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Placidi boschi, verdi prati e fresche acque sorgive a Bolbeno

BOLBENO: Lungo la statale Trento-Brescia su un verde pianoro alle falde del monte Pizza, si stende il centro abitato di Bolbeno. 
Per la sua posizione a 570 m.slm., gode di una vista panoramica quasi completa della ¨Busa di Tione¨ tipico fondovalle agreste, alla confluenza del torrente Arnò con il fiume Sarca. 
Per la sua ubicazione antistante ai ghiacciai dell'Adamello, Bolbeno gode di una posizione climatica che può considerarsi pari a quella di Madonna di Campiglio. Prova ne può essere il fatto che fin dagli anni venti personalità illustri e famiglie di alto rango ebbero a scegliere come loro soggiorno estivo i placidi boschi, i verdi prati e le fresche acque sorgive di Bolbeno. 
BOLBENUM: Antico villaggio che gli storici farebbero risalire all'epoca imperiale romana (ritrovamento di numerose monete romane) con dati presunti verso il 50 d.C. e con documentazione più sicure verso il 925 d.C. 
Una prima ubicazione più a monte del nucleo abitato "Bolbenum" troverebbe valida testimonianza dalla "Strada Romana" che dalla Valle del Chiese, per il valico di Bondo e Breguzzo passava per Bolbenum-Zuculum et Zuzandum onde proseguire e scendere poi attraverso il ¨Doronum¨ nella vallata di Bleggio e Lomaso. 
Se del primo nucleo a monte denominato Palvenum, non rimane che un pallido ricordo, possiamo ritenere che il vicus "Bolbeni" corrisponde all'attuale ¨Centro storico¨. 
Topograficamente il Centro Storico (Carère) disegna un Quadrilatero (castrametazione romana) con vie simmetriche intercalate da orti, androni e vicoli, che immettono nelle piazze principali ornate da granitiche fontane tipicamente giudicariesi. 
Per quanto il grave incendio del 1843 abbia distrutto gran parte dei solai in legno e molti tipici tetti coperti a ¨scandole¨, tuttavia i rustici edifici di tipo popolare e vecchie case signorili, con caratteristici ballatoi in legno, con portali e finestre incastonati fra stipiti di granito, unitamente alle antichissime ¨androne¨ con archi protesi fra le vecchie muraglie, qua e là ornate da sbiadite pitture di immagini sacre od insegne di vecchie locande, offrono ancora oggi un'idea della vecchia Bolbeno.







Castione della Presolana: importante località sciistica della Bergamasca


Nota località di villeggiatura della Val Seriana. 
Gli scavi archeologici effettuati nel territorio comunale hanno portato alla luce reperti di preistorici, protostorici e romani che provano l'antichità dell'insediamento abitativo. 
La notorietà del paese è legata alla sua posizione strategica rispetto al magnifico gruppo dolomitico della Presolana, che lo rende non solo base ideale da cui muoversi per passeggiate ed escursioni, ma soprattutto luogo in cui godere le meraviglie dell'inverno alpino. 
Castione infatti, insieme alle proprie frazioni Bratto-Dorga e Vareno, è uno dei piu' importanti comprensori sciistici della provincia di Bergamo, ospita 20 km di piste per lo sci alpino e 6 km per lo sci di fondo oltre a piste da bob e da pattinaggio. Il paese ospita anche due antichi e pregevoli edifici: la chiesa di S. Rocco (XV sec.) e la chiesetta di San Peder (XI sec.).




Venosa: città natale di Orazio

Cittadina dell'Appenino lucano situata al margine nord-orientale della Basilicata vicino al confine con la Puglia, Venosa è uno dei tra i comuni menzionati dall'associazione "I borghi più belli d'Italia".
Si stende su un altopiano che fu il fondo di un lago preistorico, al margine orientale della plaga montuosa del Vulture.
Erede dell'antica "Venusia", già città apula, poi fiorente colonia romana, fu patria del poeta Orazio e sede di un'importante comunità ebraica.
Nel centro storico, stretto intorno alla massa quadrata del Castello, numerosi frammenti lapidei di diversa epoca e provenienza segnano le facciate delle case e delle chiese.
Il clima è piuttosto temperato, con inverni abbastanza rigidi ed estati calde.

Via Vittorio Emanuele II 
Asse Principale della città, attraversa il centro storico offrendo suggestivi scorci sul vallone Reale. Sul suo tracciato rettilineo si innestano le principali piazze cittadine: Piazza Umberto I, dove sorgono il Castello e la barocca chiesa del Purgatorio, o di S. Filippo Neri (1679), piazza Orazio Flacco, con il monumento al poeta (1898), e piazza del Municipio, delimitata a sud-est dal Palazzo Calvino (XVII-XVIII secolo), oggi sede comunale, che custodisce alcuni importanti reperti archeologici.


Da visitare









Bellezza, magia e armonia dei paesaggi si fondono a Brindisi Montagna


Brindisi Montagna: un territorio in cui l'uomo da secoli si è insediato con rispettoso riguardo, creando un connubio armonioso con l'ambiente. Una terra così colma di bellezze non surrogabili attraverso le immagini, nessuna parola, per quanto ben scelta, riuscirebbe a descrivere appieno la magia e l'armonia di questi luoghi.

Brindisi Montagna
, fondato al tempo della 2° Guerra Punica da un distaccamento di soldati romani fuggiaschi o dispersi? O da un gruppo di Eruli o Longobardi? O al tempo dell’Impero Carolingio? Tutte ipotesi senza risposta.
Le testimonianze di insediamenti nel territorio comunale risalgono al III millennio a.C.
Si segnalano, oltre ai “palmenti” in vari siti, reperti archeologici dall’Eneolitico al I millennio d.C. conservati al Museo Provinciale di Potenza ( selci, frammenti fittili, spade, fibule e bracciali a spirale a bronzo, pesi da telaio, olle ed ollette funerarie, monete magno-greche, una grande stele funeraria di età tardo-romana e monete d’oro bizantine del X se. d.C.).
Il paese, tassato per 136 “fuochi”, era nel 1277 in località” Aia di Brindisi”; dopo il devastante terremoto del 1456, che lo distrusse, fu ricostruito alle pendici del Castello. La sua storia è legata, sino al 1807, alle vicende del Feudo di Brindisi e successivamente agli avvenimenti meridionali del periodo napoleonico, dell’Unità d’Italia e dell’Italia post-unitaria.
Storia minore tipica delle piccole collettività di Basilicata, di pestilenze, terremoto e carestie, di duro lavoro e lotta per la sopravvivenza, di soprusi e rivolte, di superstizione e religiosità, di emigrazione e contributi di vite negli eventi bellici ma anche di sussulti di libertà ed emancipazione e di alterne fasi di crescita demografica e sviluppo economico, civile e culturale all’interno di processi storici più generali.